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Lunedì 16 Febbraio 2004  |
Archiviazione ottica, riforma partita col piede sbagliato |
L'archiviazione ottica dei documenti fiscali rischia di restare un fenomeno virtuale. Gli ostacoli alla diffusione del sistema sono principalmente tre: i costi elevati, gli adempimenti complessi, e inoltre l'incoerenza del decreto ministeriale 23/1/04 che disciplina l'archiviazione ottica in campo tributario, totalmente modellato su un testo (la deliberazione Aipa n. 42/01) attualmente in fase di revisione. Il procedimento di memorizzazione, anziché semplificare la vita al contribuente, la complica, perché moltiplica i passaggi di conservazione: dalla redazione cartacea alla preparazione dei documenti da scannerizzare, alla scansione vera e propria, all'inserimento dei dati nel database, all'autenticazione dei documenti necessaria per poter distruggere l'originale cartaceo. Infatti, per i documenti analogici unici (per esempio le autofatture), è necessaria la presenza di un notaio, che deve certificare la conformità all'originale di ogni documento convertito in formato elettronico: ciò comporta una spesa enorme per l'impresa e una mole di lavoro insostenibile per il notaio. (Fonte: Italia Oggi Sette)
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