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Venerdì 28 Settembre 2007  |
Frodi Iva, è salva la buona fede |
Operazioni intracomunitarie. Il verdetto della Corte Ue in tre sentenze sugli illeciti nel passaggio dei beni tra gli Stati. Il comportamento del contribuente prevale sugli interessi dell´Erario
Un fornitore che in buona fede, sulla base di un documento di trasporto, ritenga di aver spedito in un altro Stato europeo la propria merce non può essere chiamato in un secondo momento dall´Erario del proprio Paese a versare l´Iva su quei prodotti, se poi si scopre che i documenti erano falsi e che l´acquirente intendeva frodare il Fisco. È questa la più importante conclusione della Corte di giustizia Ue, scaturita dalla sentenza sul caso «Teleos e altri» (causa C-409/04), emessa ieri con altri due verdetti sull´Iva intracomunitaria: «Collèe» (causa C-146/05) e «Twoh International» (causa C-184/05).
Il Sole 24 Ore
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